giovedì 7 maggio 2009

Comunicato Stampa

In questi giorni stiamo assistendo, sgomenti ed esterrefatti, allo scempio legislativo che il Governo vorrebbe mettere in pratica, alla barbarie linguistica di cui si serve qualche ministro appartenente a realtà nordista, dalla chiara matrice razzista, quasi nazista, per certi versi. La parola proibita, il bersaglio preferito del Governo e dei mass-media, in questi giorni, è l'extracomunitario, lo straniero col permesso di soggiorno irregolare o inesistente, in altre parole, il cosiddetto "clandestino", cercando in tutti i modi la gogna mediatica, dove la retorica populista la fa da padrone, coinvolgendo i "medici-spia" e i "presidi-spia" nella caccia al clandestino e alla persecuzione della sua famiglia, una specie di disturbante revival delle leggi razziali fasciste, come se l'immigrato sul gommone fosse la causa di tutti i mali e la colpa di tutto. Le politiche repressive del Governo si ripercuotono pure a livello locale, quindi anche a Solofra, istituzioni e forze armate contrastano, inflessibili, l'immigrazione "clandestina" e attuano servizi finalizzati al controllo sistematico degli stranieri, arrestando operai di diversa nazionalità perchè sprovvisti del permesso di soggiorno.Precisando che non abbiamo nulla contro polizia e carabinieri che svolgono il loro lavoro(non è nostra intenzione fomentare guerre orizzontali contro chi lavora) ,vorremmo evidenziare che magari questi extracomunitari, fino a qualche settimana fa, potrebbero essere stati sfruttati presso qualche conceria, pagati da qualche padroncino, quindi ricattati.Tutto questo frutto della legge Bossi-Fini.E' vero che il lavoro è strumento di emancipazione sociale e civile e consente all'immigrato di integrarsi. Il problema è un altro: in base alla strutturazione di tale legge,chi imprenditore è in grado di offrire un contratto di lavoro senza conoscere il lavoratore straniero che dovrebbe lavorare in un'azienda? Una risposta chiara non c'è mai stata;si assiste solo a "spettacoli" indegni per un paese che dovrebbe essere civile.
Un'ultima nota la rivolgiamo agli operatori dell'informazione:i poveri cristi che vengono in Italia dovrebbero essere chiamati i "senza documenti" in luogo di "clandestini".Un po' di igiene linguistica non fa mai male in nome di un approccio più umano a tali importanti questioni.

Domenico De Maio

Nessun commento:

Posta un commento