sabato 30 maggio 2009

ATTIVATI!

Oggi alle 18,saremo ad Avellino presso la Villa Comunale per gazebo e comizio della Sinistra

venerdì 29 maggio 2009

ATTIVATI!

Sabato 30 dalle ore 10.45 saremo in Piazza Umberto e al mercato per volantinaggio in vista delle elezioni europee.

Foto Manifestazione Torino

venerdì 22 maggio 2009

Lettera di Nichi Vendola a tutte le forze di opposizione (parlamentari e non) su emergenza democratica

da Nichi Vendola SINISTRA E LIBERTA' :

Carissima, Carissimo

vi sono molti, troppi, inquietanti segnali che indicano che il nostro paese sta attraversando una fase particolare, e per molti versi originale, nella quale il sistema democratico che tutti noi abbiamo conosciuto e nel quale abbiamo vissuto e operato è messo a serio rischio.
Sta crescendo nel nostro paese una vera e propria emergenza democratica rispetto alla quale tutti noi abbiamo il dovere e la necessità di reagire in modo adeguato e tempestivo.
Per questa ragione mi assumo la responsabilità di scrivere a te a ai segretari di tutte le forze dell’opposizione e di proporvi un incontro a brevissimo termine per assumere assieme le iniziative adeguate, come compete ad un’opposizione parlamentare ed extraparlamentare, come è la forza politica cui appartengo, non certo per sua scelta.

Conviene evitare paragoni con il passato, sempre difficilmente proponibili, ma certamente abbiamo avuto modo, e con noi le italiane e gli italiani, di cogliere nei recenti comportamenti della maggioranza, del governo e segnatamente del Presidente del Consiglio, atteggiamenti, comportamenti, dichiarazioni e atti che entrano in collisione con le regole più elementari di una repubblica democratica e parlamentare.
Non credo sia sfuggito a nessuno il carattere ricattatorio del discorso pronunciato da Silvio Berlusconi di fronte all’assemblea di Confindustria. Un Presidente del Consiglio che controlla direttamente o indirettamente quasi l’intero sistema mediatico minaccia di rivolgersi direttamente al popolo per sovvertire gli assetti costituzionali aggirando o, peggio, ignorando con esplicito disprezzo il Parlamento.
Questo atteggiamento arrogante e, temo, non privo di venature eversive era già evidente nella vicenda apertasi con la sentenza sul caso Mills. Siamo di fronte ad un assurdo: chi è stato destinatario di un atto di corruzione viene condannato dalla Magistratura, mentre il suo eventuale corruttore è protetto da una legge vigente, contro la quale l’opposizione si è fortemente battuta, che lo sottrae a qualunque tipo di giudizio. Non compete a noi entrare nel merito della vicenda giudiziaria. Così come il Presidente del Consiglio non dovrebbe abbandonarsi ad una pubblica sequela di insulti rivolti alla Magistratura giudicante in ragione di una sua presunta intenzione persecutoria motivata addirittura da una altrettanto presunta collocazione politica dei singoli magistrati.
Ma noi non possiamo assistere impassibili ad una nuova recrudescenza di dichiarazioni e atti che mirano a sottoporre la Magistratura sotto il controllo politico dell’Esecutivo, stravolgendo l’equilibrio dei poteri di uno stato democratico e la sua Costituzione.
E’ da notare come tali comportamenti costituiscano di per sé un motivo di uno scontro ora strisciante, ora esplosivo con le più alte cariche dello stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica, i cui ripetuti, ponderati e preziosi interventi a tutela degli equilibri istituzionali e della nostra Costituzione sono stati disattesi e persino svillaneggiati dal Presidente del Consiglio.
La stessa vicenda della oscura relazione tra il presidente del consiglio e la famiglia Letizia non può essere confinata nella sfera del privato, il confine tra pubblico e privato essendo, come segnalano tutti i migliori studiosi delle moderne democrazie, diverso per chi ricopre cariche istituzionali e per il comune cittadino. E di fronte a denunce che partono dagli stessi famigliari del Presidente del Consiglio, non credo si possa tacciare di indebita invasione nel privato la richiesta formale di pubblici chiarimenti da parte di chi un ruolo pubblico riveste.
La mia elencazione potrebbe continuare ma sarebbe superflua poiché già così la misura appare colma. Ad un’emergenza democratica si deve rispondere con un’eccezionale sussulto democratico nel paese e nelle istituzioni. Non credo che il Parlamento possa limitarsi ad attendere che il Presidente del Consiglio decida, a seconda dei suoi desideri e delle sue convenienze, se presentarsi di fronte ad esso o meno. L’opposizione parlamentare è in possesso di precisi strumenti regolamentari per giungere, nel modo e nelle forme opportune, a un dibattito parlamentare la cui urgenza mi sembra ormai massima.

Per questo mi rivolgo a Voi, pur in un momento come l’attuale che ci vede in competizione nella campagna elettorale per le elezioni dei Parlamento Europeo e di molti Consigli provinciali e comunali. L’imminente confronto elettorale non può fare venire meno, neppure per un attimo, il nostro senso di responsabilità verso la Costituzione italiana e l’ordinamento democratico del nostro paese.
Mi auguro quindi che vogliate concordare con la necessità di un’immediata riunione di tutte le forze dell’opposizione, presenti o no nell’attuale Parlamento, per concordare e assumere tutte le iniziative unitarie, nel Parlamento italiano e in quello europeo, nelle Istituzioni locali, nella società civile per fare uscire il nostro Paese indenne dall’attuale emergenza democratica che lo investe.
In attesa di un Vostro tempestivo cenno di riscontro, Vi saluto augurando a tutti noi un presente e un futuro di democrazia e libertà.


Nichi Vendola
Sinistra e Liberta’

Roma, 22 maggio 2009

GRANDE NICHI, LEZIONE DI MORALITA' ALLO SQUADRISTA DI REGIME GASPARRI



"Gasparri si veste di doppia morale" - (Scritto da Nichi Vendola)

"Ricorda gli urlatori degli anni '60. «Il furore e la veemenza di ugola con cui l'onorevole Gasparri annuncia azioni legali contro il sottoscritto mi riportano indietro agli anni '60, l'epoca degli urlatori, re dei juke box. Ma, al posto dei tuxedo, si veste di una doppia morale: una per i padroni come il suo, che difende a spada tratta, l'altra per tutti quelli che possono essere esentati da ogni forma di garantismo».
Così Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia ed esponente di Sinistra e Libertà, risponde alle dichiarazioni del capogruppo al senato del Popolo della Libertà, Maurizio Gasparri, dopo la lite di ieri sera in tv a Ballarò. «Sulla questione dell'ex assessore regionale alla sanità Alberto Tedesco -aggiunge Vendola- mi vedo costretto a ribadire che lo stesso si è dimesso 'seduta stante' subito dopo la notizia di un'indagine a suo carico, l'esatto contrario di alcuni esponenti della sua area politica, compreso il presidente del Consiglio. I magistrati che hanno iscritto tedesco nel registro degli indagati - prosegue il governatore - sono gli stessi che hanno chiesto l'arresto del ministro Fitto, coperto però da immunità parlamentare e che ancora non si è dimesso. Che poi Tedesco possa entrare al Senato come primo dei non eletti -dice Vendola- è un problema che riguarda il suo partito (Pd ndr), non il mio».

Il presidente della Puglia torna anche su altri argomenti utilizzati dall'ex ministro delle Comunicazioni ieri in tv. «Sulla questione della nostra spesa sanitaria, citata da Gasparri a squarciagola -dice- ricordo solo che la Puglia è la regione con i conti più in ordine di tutta l'Italia meridionale, dove l'abolizione dei ticket per le fasce deboli ha alleggerito il carico fiscale complessivo in loro favore. Certamente ci sono criticità, determinate dalla sottostima del fabbisogno sanitario non solo per la Puglia ma per tutto il Sud, che continua a essere penalizzata insieme alle altre regioni meridionali». Tuttavia in questo quadro -precisa Vendola- la Puglia evidenzia un debito per abitante di 214 euro, il più basso tra le regioni meridionali e più basso anche di qualche regione del centro-nord. Com'è noto il debito più alto è quello della Regione Lazio con 1611 euro per abitante: cifre ufficiali del Ministero. Nel 2008 infine - conclude il presidente - la Puglia ha superato le verifiche del Ministero delle Finanze e dell'Economia, anche grazie allo sforzo sostenuto dai cittadini per coprire con il proprio contributo la spesa indirizzata a servizi insopprimibili per la salute di tutti i pugliesi»"

sabato 9 maggio 2009

9 maggio 1978-2009. PER NON DIMENTICARE

31 anni dopo

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LA MAFIA UCCIDE, IL SILENZIO PURE.

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PEPPINO IMPASTATO VIVE

giovedì 7 maggio 2009

Comunicato Stampa

In questi giorni stiamo assistendo, sgomenti ed esterrefatti, allo scempio legislativo che il Governo vorrebbe mettere in pratica, alla barbarie linguistica di cui si serve qualche ministro appartenente a realtà nordista, dalla chiara matrice razzista, quasi nazista, per certi versi. La parola proibita, il bersaglio preferito del Governo e dei mass-media, in questi giorni, è l'extracomunitario, lo straniero col permesso di soggiorno irregolare o inesistente, in altre parole, il cosiddetto "clandestino", cercando in tutti i modi la gogna mediatica, dove la retorica populista la fa da padrone, coinvolgendo i "medici-spia" e i "presidi-spia" nella caccia al clandestino e alla persecuzione della sua famiglia, una specie di disturbante revival delle leggi razziali fasciste, come se l'immigrato sul gommone fosse la causa di tutti i mali e la colpa di tutto. Le politiche repressive del Governo si ripercuotono pure a livello locale, quindi anche a Solofra, istituzioni e forze armate contrastano, inflessibili, l'immigrazione "clandestina" e attuano servizi finalizzati al controllo sistematico degli stranieri, arrestando operai di diversa nazionalità perchè sprovvisti del permesso di soggiorno.Precisando che non abbiamo nulla contro polizia e carabinieri che svolgono il loro lavoro(non è nostra intenzione fomentare guerre orizzontali contro chi lavora) ,vorremmo evidenziare che magari questi extracomunitari, fino a qualche settimana fa, potrebbero essere stati sfruttati presso qualche conceria, pagati da qualche padroncino, quindi ricattati.Tutto questo frutto della legge Bossi-Fini.E' vero che il lavoro è strumento di emancipazione sociale e civile e consente all'immigrato di integrarsi. Il problema è un altro: in base alla strutturazione di tale legge,chi imprenditore è in grado di offrire un contratto di lavoro senza conoscere il lavoratore straniero che dovrebbe lavorare in un'azienda? Una risposta chiara non c'è mai stata;si assiste solo a "spettacoli" indegni per un paese che dovrebbe essere civile.
Un'ultima nota la rivolgiamo agli operatori dell'informazione:i poveri cristi che vengono in Italia dovrebbero essere chiamati i "senza documenti" in luogo di "clandestini".Un po' di igiene linguistica non fa mai male in nome di un approccio più umano a tali importanti questioni.

Domenico De Maio